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FAME EMOTIVA DA LOCKDOWN

FAME EMOTIVA DA LOCKDOWN
Sabato, 02 Gennaio 2021

Non sempre mangiamo per soddisfare la fame fisica!  

Spesso cerchiamo il cibo per ridurre lo stress, per ridurre la noia, l’ansia, la rabbia. Il cibo infatti rappresenta un modo semplice per ottenere piacere: è facilmente e velocemente disponibile, non particolarmente costoso e socialmente accettato. Quando questo accade, parliamo di fame emotiva.

Che differenza c’è tra fame emotiva e fame fisica?

La fame fisica è segnale che interviene per avvertirci che l’organismo sta finendo il carburante.

La fame emotiva, al contrario, è un tipo di fame che arriva quando situazioni o processi di pensiero fanno venire la “voglia di cibo” e non per un reale deficit di energia.

In questo periodo di emergenza, che sollecita spesso emozioni negative (paura, rabbia, noia, tristezza…) è probabile che si sia più suscettibili alla fame emotiva, arrivando a mangiare più di quanto necessario (e compromettere più facilmente la forma fisica che invece sarà necessaria al rientro).

Come riconoscere la fame emotiva?

  • Arriva improvvisamente. In pochi istanti sentiamo di dover mangiare e soddisfare questo bisogno immediatamente. Anche se abbiamo mangiato poco tempo prima, sentiamo l’urgenza di mangiare di nuovo.
  • Richiede particolari alimenti o “comfort foods”. A differenza della fame fisica, in cui qualsasi cibo (anche carote, frutta, un pezzo di pane semplice) può soddisfare l’impulso, nella fame emotiva siamo attratti da cibi specifici, spesso ricchi di grassi o zucchero.
  • È veloce e impulsiva: prima che possiamo rendercene conto, ci porta a finire la busta delle patatine o il pacchetto di biscotti.
  • Spesso rimane anche dopo aver mangiato e anche quando il senso di pienezza è stato raggiunto.
  • Si avverte nella “testa”, e non nei segnali corporei. Non si avverte il classico “vuoto” o brontolii nello stomaco. Pensiamo a un alimento, al suo sapore, al suo odore e lo dobbiamo avere.
  • Spesso fa sentire in colpa. Questo avviene perché, in qualche modo, una parte di noi è consapevole di aver mangiato per motivi diversi dalla necessità biologica.

Cosa fare?

Promuovere la consapevolezza nell'atto di mangiare ("mindful eating"). Quando ci si avvicina al frigorifero o alla dispensa, fermarsi e chiedersi: Ho fame? Da cosa deduco che ho fame? Che emozioni sento in questo momento? Che cosa voglio mangiare? Quanto voglio mangiare? E' successo qualcosa che mi ha turbato?

Se si tratta di fame emotiva, chiedersi che cosa, anziché il cibo, può rispondere all’emozione del momento.

Es.: E’ tristezza? Allora magari la fame emotiva passa telefonando a un amico. E’ ansia? Magari con un po’ di rilassamento ci si sente meglio anche senza mangiare. E’ noia? Allora magari si risolve guardando un film…



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